«Prevenire è meglio che curare» recitava uno slogan di qualche anno fa che, mai come oggi, è necessario rispolverare. Prevenire, in questo caso, significa soprattutto dare la giusta attenzione alle condizioni igieniche di casa.
Il Ministero della Salute, di recente, ha diffuso una serie di protocolli indispensabili, tra cui quelli per garantire e garantirsi una buona sanificazione degli ambienti domestici. Come fare? In linea generale possiamo dire che è a dir poco fondamentale utilizzare ipoclorito di sodio – componente di base di disinfettanti comuni come la candeggina e l’Amuchina – o, in alternativa, etanolo al 75% (la percentuale minima per assicurarsi un efficace potere antisettico).
Prima però di stilare un elenco di suggerimenti pratici, è utile fare una precisazione.
Igienizzare e disinfettare sono davvero sinonimi?
Nel linguaggio comune igienizzare e disinfettare vengono troppo spesso utilizzati come sinonimi, ma la realtà è ben diversa. Con igienizzazione si indica una pulizia capillare finalizzata a eliminare sporco, incrostazioni e che, in alcuni casi, permette di rimuovere anche germi e batteri con panno e detergente. Con disinfezione, invece, si intende l’azione atta a eliminare in via completa germi, virus e batteri presenti in ogni ambiente e/o superficie, garantendo un’effettiva sanificazione. L’azione disinfettante è data da prodotti specifici – quelli registrati al Ministero della Sanità come Presidio Medico Chirurgico a seguito di appositi test di laboratorio – che possiedono principi attivi antibatterici in grado di annientare i microorganismi nocivi.
Disinfettare a fondo ogni superficie della casa
Acqua e detergenti comuni: la prima pulizia della casa segue le normali e consolidate regole dell’igienizzazione quotidiana. Per procedere con la disinfezione, dopo la pulizia, è necessario invece utilizzare il già citato ipoclorito di sodio 0,1%. In caso di superfici soggette a danneggiamenti da ipoclorito di sodio 0,1%, si consiglia l’uso di etanolo al 75% con detergente neutro.
Durante le operazioni di pulizia è importante assicurare una buona ventilazione dell’ambiente, per evitare così i rischi da persistenza di sostanze chimiche. Inoltre, chi si occupa della disinfezione dovrebbe utilizzare le mascherine di tipo FFP2 o FFP3, una protezione facciale, guanti e camice monouso. Terminate le operazioni, l’attrezzatura utilizzata va smaltita come materiale potenzialmente infetto.
Particolare attenzione è da riservare poi alle superfici toccate con frequenza (servizi igienici e sanitari, muri, serramenti, piani di lavoro in cucina) e ai tessuti come biancheria da bagno, tende e lenzuola. Questi ultimi devono essere lavati con detergente a 90 gradi. Se però non possono sopportare temperature così alte, è indispensabile aggiungere candeggina o prodotti a base di ipoclorito di sodio al normale ciclo di lavaggio.
Essere green e disinfettare: certo che è possibile
Quanto visto sopra è certamente la linea guida principale. Tuttavia, se non si volesse ricorrere a costosi prodotti, è possibile ottenere una buona disinfezione anche con metodi naturali. Ad esempio, l’aceto possiede un alto potere disinfettante soprattutto se mixato con acqua ossigenata o limone, che ne potenziano l’effetto. Come comporre la soluzione nel modo migliore? Semplice: versate in un contenitore spray 500ml d’aceto bianco, 400ml di acqua e 50ml d’acqua ossigenata; in alternativa, preparate il medesimo contenitore con un litro d’acqua, un quarto di litro d’aceto bianco e il succo ricavato da un limone. Infine, spruzzate la soluzione su un panno con cui passerete le superfici da disinfettare.
Anche il bicarbonato, diluito in acqua, può sostituire la maggior parte dei detersivi ed è consigliato per le attività di igienizzazione. Come del resto l’olio di eucalipto: in questo caso il consiglio è quello di diluirne 150 ml in un litro di acqua.
La cautela prima di tutto
Detto questo, attenzione comunque a non esagerare. Attenersi al buon senso è il primo passo per garantire una casa sicura perché, quando si ha a che fare con prodotti chimici, il pericolo è sempre dietro l’angolo.
Vediamo insieme, allora, le norme di comportamento da adottare in ambito domestico per prevenire l’esposizione ai prodotti pericolosi e, quindi, anche ai detergenti, delineate dall’Osservatorio Nazionale Epidemiologico sugli ambienti di vita del Ministero della Salute:
- leggere attentamente e ripetutamente le etichette;
- tenere i prodotti lontano dai bambini;
- non manomettere le chiusure di sicurezza;
- insegnare ai bambini il significato dei simboli di pericolo;
- non utilizzare il sotto lavello per conservare detersivi;
- non travasare i detergenti in bottiglie destinate a bevande o alimenti;
- non usare bicchieri da cui abitualmente si beve per dosare i detergenti;
- non abituare i bambini a bere direttamente dalla bottiglia.
In caso si verifichino esposizioni – anche accidentali – a prodotti potenzialmente pericolosi:
- mantenere la calma;
- chiamare subito il Centro Antiveleni (CAV) o il 112;
- non indurre il vomito se vi sono bruciore in bocca, dolore alla deglutizione o presenza di schiuma;
- non somministrare alcunché per bocca (latte compreso), ad eccezione dell’acqua.