La successione di un immobile è una questione che va affrontata dopo il decesso di una persona che evidentemente lascia in eredità la propria abitazione a qualcuno e che soprattutto per la sua complessità va gestita con il supporto di professionisti del settore. Infatti, la successione richiede una serie di operazioni e documentazioni che devono essere espletate peraltro soddisfacendo vincoli e tempistiche ben definite, partendo dalla dichiarazione di successione fino ad arrivare alle varie volture delle utenze.
La dichiarazione di successione rappresenta un documento con cui viene attestato il passaggio di proprietà di un immobile e che deve essere redatto immediatamente. Nello specifico va trascritto nei registri immobiliari pubblici entro i 30 giorni. Dopo questo passaggio è necessario quindi effettuare la voltura catastale e fare richiesta all’Agenzia delle Entrate che rilascerà in tempi brevi il certificato di successione. Per entrare effettivamente in possesso della dichiarazione, espletando tutti i passaggi previsti dall’attuale normativa, è anche necessario effettuare dei pagamenti sotto forma di imposta ipotecaria ed imposta catastale. Invece non sono previste imposte sulla successione nel caso in cui il valore dell’immobile in oggetto sia inferiore ad 1 milione di euro (va sottolineato che questa cifra va intesa come risultato di una somma aritmetica nel caso di più immobili ereditati).
In alcuni casi può accadere che uno o più eredi possano valutare l’immobile non idoneo alle proprie esigenze per cui possono presentare, entro un tempo massimo di 60 giorni, una proposta di vendita indicando il prezzo al quale sono disposti a cedere la propria parte. In questo modo gli eredi non dovranno occuparsi della successione e pagare tutti gli oneri richiesti dall’attuale legislatura. Decorso questo tempo limite, gli eredi saranno a tutti gli effetti proprietari della parte a loro lasciata in eredità. Va sottolineato inoltre come in alcuni casi gli eredi non possono fruire in maniera diretta dell’immobile nel caso in cui vi sia anche un erede coniuge convivente del defunto. Questo, beneficiando del cosiddetto diritto di abitazione del coniuge superstite, può continuare a vivere nella casa fino alla propria morte. Diversa è la situazione di coniugi in comunione dei beni con il coniuge superstite che ha diritto al 50% dell’immobile. Se nell’immobile vi un affittuario con regolare contratto questi potrà continuare a usufruirne al prezzo prestabilito fino alla cessazione temporale dello stesso contratto di locazione.
Come detto in precedenza, una volta effettuata la dichiarazione di successione spetta all’erede effettuare la voltura di tutte le utenze che erano ovviamente intestate al defunto. In questo passaggio occorre fare attenzione nel valutare con un esperto del settore immobiliare eventuali situazioni debitorie da parte del vecchio proprietario rispetto a società di fornitura delle varie utenze domestiche (acqua, luce, gas, telefonia). A tal proposito occorre ricordare come l’erede può o meno accettare l’eredità oppure accettarla con beneficio di inventario. Va infine, aggiunto come l’accettazione dell’eredità possa avvenire in maniera espressa oppure tacita. Nel primo caso si va dal notaio per effettuare una dichiarazione o si può anche pensare ad una scrittura privata. Nel secondo caso si lascia intendere le proprie intenzioni con azioni inequivocabili, come nel caso della voltura anche di una sola tipologia di utenza. La rinuncia dell’eredità invece deve essere effettuata in maniera formale mediante dichiarazione ricevuta da un notaio di fiducia e può essere comunque ritirata fino a quando non sia stata accettata dagli altri eredi. Per concludere, le varie questioni relative alla successione di un immobile sono molteplici e piuttosto complesse per cui è opportuno rivolgersi ad un professionista del settore evitando spiacevoli sorprese.